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Elenco in ordine alfabetico:

Annata 2009, dalla bottiglia apprendiamo la gradazione alcolica di 15 gradi, tappo in monosughero, l'aspetto visivo si presenta di un bel rosso rubino molto carico, alla rotazione del calice notiamo la persistenza degli archetti di vino indice di un alto tenore di zuccheri, all'olfatto profumi di frutta quale pruma e ciliege. Assaggiamolo... frutti di bosco! Buonissimo e tannico al punto giusto ma perfettamente bilanciato. L'aroma è persistente al palato e piacevolmente vellutato.
Questo vino semplicemente delizioso si abbina a piatti importanti, carni rosse quali arrosti e stracotti, ma anche a cacciagione, formaggi stagionati (anche leggermente piccanti). Masi lo produce dopo appassimento su graticci di bambù, procedimento che rincalza gli aromi che faranno grande questo vino.
Lo versiamo nel decanter per un paio di ore per permettere l'ossigenazione e gustarlo ancora meglio. Servitelo attorno ai 18-20 gradi.
Lo consiglio personalmente per la cacciagione da pelo tipo cervo, cinghiale ma anche lepri e per formaggi ben stagionati e di sapore deciso tipo parmigiano, gorgonzola piccante e pecorino.
Lo prendiamo in carico per una ricetta : risotto all’amarone.




era utilizzata anche per vini DOC rossi o bianchi provenienti dalla stessa zona; più avanti questi vini vennero ribattezzati Terre di Franciacorta. Nell 2008 presero la denoninazione di Curtefranca. L'UE riconosce a solo tre vini italiani (Asti, Marsala e Franciacorta) l'indicazione geografica senza altri termini specifici. Il disciplinare di produzione vieta esplicitamente di utilizzare il termine spumante sia nella designazione che nell'etichetta, quindi è corretto dire semplicemente "Franciacorta". Unico metodo permesso per la presa di spuma è quello tradizionale (detto anche metodo classico), ossia la rifermentazione in bottiglia, così come avviene per lo Champagne. Paternità di tutto ciò come accennato prima va a duè grandi uomini che hanno scritto la storia del Franciacorta Franco Ziliani e Guido Berlucchi. Nel 1955 un giovanissimo enotecnico Franco Ziliani sottopose a Guido Berlucchi, gentiluomo di campagna l'idea di produrre un vino con un metodo francese. Berlucchi all'epoca cercava un consulente capace di migliorare il suo Pinot del Castello, ma trovò invece nello Ziliani, il partner per un’avventura che avrebbe modificato il destino della Franciacorta e scritto un pezzo importante nella storia del vino italiana. Nel 1961 la prima annata di produzione di Pinot Franciacorta e nel 1997 il primo Cellarius il millesimato del Franciacorta; veniamo al nostro rosè del 2009 : Pinot Nero (60%) e Chardonnay (40%), provenienti dai migliori vigneti di proprietà con quasi quattro anni di invecchiamento. Viene vinificato con spremitura lieve e progressiva dei grappoli con frazionamento dei
mosti. La fermentazione iniziale avviene in tini di acciaio e in barrique di rovere, dove avvengono anche la fermentazione malo-lattica. L'affinamento e di 6 mesi a contatto con i lieviti. La macerazione per alcune ore del Pinot Nero con le bucce (macerazione in rosa) dona colore e profumi tipici della varietà. La maturazione avviene preparando la cuvée nella primavera successiva alla vendemmia, esclusivamente con il 100% di vini dell’annata. La seconda fermentazione avviene in bottiglia e il successivo affinamento, a contatto con i propri lieviti dura almeno 3 anni, seguito da altri 3 mesi dopo la sboccatura. Procediamo al Tasting ... 12,5 gradi, alla vista spuma abbondante, buona persistenza con una piccola corona. Un perlage sottile e continuo. Bello il colore rosa tenue con sfumature ambrate. Al naso sentori di mirtillo nero con note di fiori di arancio e sensazioni di crosta di pane. Al palato risalta subito l'ottimo corpo e la sua struttura; buona acidità e molto armonica la vinosità (dovuto alla macerazione sulle bucce del Pinot nero).